Scambio di Coppia
La prima volta al privé di Ugo e Pina


25.06.2025 |
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"Gli amici che ci accompagnarono quella prima volta in quel locale (veramente in zona San Vittore) erano, anche loro, più simpatici e attraenti dei Calboni..."
Quando il Geometra Calboni riuscì ad impalmare la Signorina Silvani, a Fantozzi cadde il mondo addosso.(Meglio leggere da ora in poi con la voce del compianto Paolo Villaggio).
Lei era il sogno della sua vita: alta, snella, mora, spregiudicata, tutto quello che la sua Pina purtroppo non era.
Dopo il loro matrimonio, pensò con orrore al fatto che gli ormai coniugi Calboni dormivano assieme, lui appoggiato con la pancia pelosa alle mirabili chiappe di lei, mentre invece Fantozzi era rintanato sul divano del salotto da quando Mariangela era nata e dormiva con la sua mamma.
Poi un giorno finché leggeva diligentemente la Gazzetta in archivio, l’infame Calboni gli arrivò alle spalle, spaventandolo a morte e sussurrando: “Fantocci, ho bisogno di un piacere! Glielo chiedo a nome della mia Signora…”
Sentire anche solo nominare la sua Dea ormai inarrivabile, gli fece scendere un po’ di bava: accartocciò allora la Gazzetta e sussurrò al suo solito modo: “Mi dichi… in cosa posso essere utile?”
L’infame gli spiegò che in pratica aveva da tempo organizzato per quel fine settimana una specie di fuga d’amore riparativa con la sua consorte, per farsi perdonare almeno un po’ per le corna che le adornavano la fronte: cena in centro a Milano, serata in un locale elegante con musica e champagne, notte in albergo.
“Mi costerà almeno un trecentomila lire, ma devo tenere tranquilla per un po’ la Tigre!” gli spiegò il maiale.
“Ed io cosa c’entro in tutto questo, scusi?” boffonchiò il Ragioniere.
“Per ragioni che non sto a spiegarle, mi serve un autista, ecco…”
Lo scarto umano, seppe poi Fantozzi, si era fatto ritirare la patente da una pattuglia della Benemerita in servizio fuori da un night malfamato in zona lago di Garda: aveva a bordo della sua Alfa, tre puttanoni e due travestiti, e tutti, compreso lui, erano visibilmente nudi e sbronzi.
Ma ormai aveva prenotato l’albergo di Milano e invitato la ex Signorina Silvani, ora sua Signora, che non sapeva nulla dei puttanoni eccetera, ma si aspettava di vivere il fine settimana promesso.
“Per me va bene, sono disponibile, vorrei però portare anch’io la mia Signora nella capitale del divertimento! Mariangela è in montagna con le suore Orsoline, quindi saremmo liberi…”.
L’infame dapprima protestò, poi prospettò di come un uomo interessante come il Ragioniere avrebbe fatto faville, se solo, nella Milano da bere, poi si rassegnò al fatto che stranamente era irremovibile: avrebbe fatto da autista ma in compagnia di Pina e spesato di tutto.
Calboni si arrese all’evidenza, gli disse che avrebbe offerto loro la cena in trattoria (“Così ogni coppia se ne starà un po’ per conto proprio, Fantocci, le donne a volte non…legano”), si sarebbero ritrovati per andare a continuare la serata e poi ognuno a dormire, in alberghi diversi (“Conosco una pensioncina deliziosa, per voi coniugi Fantocci, prenoto subito…”).
Ed eccoli, finalmente in viaggio, stipati nella Bianchina lavata di fresco.
Le Signore, nemmeno a dirlo, si sono portate una marea di vestiti, quindi sul tettuccio viaggiano ben tre valigie.
Pina è seduta in fianco a suo marito, silenziosa, ogni tanto spia dallo specchietto i due colombi che si sbaciucchiano sul sedile posteriore.
“Ugo, ma non potevi organizzare, piuttosto, un soggiorno per noi due soli a Rosolina?” gli aveva chiesto quando le aveva spiegato dove e con chi avrebbero viaggiato.
“Pina, sei la solita piccola borghese! Vuoi mettere la classe e l’attrattiva di Milano?” le aveva ribattuto.
Così, partirono, speranzosi di vivere un’esperienza esaltante.
La cena non è stata malissimo, anche se forse non doveva fare il bis di “cassola”.
La trattoria “Dal Gigi” era piena di tipi dalle facce strane, Pina ha piluccato solo un’insalata (“Ho lo stomaco chiuso, sembra che mi guardino male”).
I coniugi Calboni invece sono scesi davanti al Ristorante due stelle Michelin “La Cantinuccia” e li raggiungeranno alle ventuno, facendo una passeggiatina digestiva.
“Parcheggi lì, sotto quel muro, Fantocci, guardi c’è un sacco di posto, poi per arrivare al locale sono davvero due passi” spiega il maiale.
“Che cos’è una casa circondariale?” chiede la ex Signorina Silvani, ora Signora Calboni, con la sua voce angelica.
“Un carcere, sciocchina!” risponde lui ed indica col dito l’imponente sagoma di San Vittore. Fantozzi si sente rabbrividire.
I tacchi delle due Signore risuonano sul marciapiede, il suono lo arrapa oltre misura.
L’infame sa dove dirigersi, segno che è già stato in questo locale a cui si accede da una porticina anonima, quasi soffocata dai palazzi.
“Club Privè” legge Pina sulla targhetta “un bel nome per una sala da ballo!”.
E’ curiosa e quasi eccitata, gli fa piacere, perché la sente viva, per una volta.
Diciamo che ora torno ai fatti reali, abbandonando i personaggi finora presentati.
A dire il vero, eravamo un po’ meglio dei coniugi Fantozzi, più giovani, certamente, ma, ecco, almeno interessanti.
Gli amici che ci accompagnarono quella prima volta in quel locale (veramente in zona San Vittore) erano, anche loro, più simpatici e attraenti dei Calboni.
Lui, credo volesse davvero farsi perdonare qualcosa oltre al ritiro della patente, Lei era una splendida donna, una moglie bella, comprensiva e paziente.
Ci sorprese sapere che frequentavano spesso i privé: lui lavorava a Milano, lei lo raggiungeva nei fine settimana, lasciando i figli a casa coi nonni e ci proposero di accompagnarli.
Eravamo titubanti, anche se molto, molto, curiosi.
“Vi porto al Giglio Selvatico, è un posticino di classe, adatto ai pivelli come siete voi!”.
Sulla Settimana Enigmistica credo ci sia ancora quella vignetta che si intitola: “Le ultime parole famose…”.
La serata iniziò alla grande: qualcuno festeggiava il compleanno, quindi il primo giro di champagne ci fu gentilmente offerto.
Contrariamente a quanto ci dicono capiti ora nei privé, vedendo le nostre facce curiose e non conosciute, alcune coppie vennero a presentarsi ed un paio si sedettero al nostro fianco sui divanetti, come se ci avessero sempre frequentato.
Gli uomini sembravano mediamente maturi, le donne erano giovani e molto eleganti, in ogni caso l’atmosfera era frizzante e si percepiva un piacevole senso d’attesa.
Sapevamo che si sarebbe fatto sesso, non eravamo sprovveduti, ma per la prima ora almeno non notammo alcun movimento particolare.
Poi, all’improvviso, le coppie iniziarono ad alzarsi e dirigersi verso una porta seminascosta da tende bianche, scoprimmo che era il vero privé: su tre lati era appoggiato un divano color crema che correva senza interruzioni, le coppie si sedevano guardandosi, noi prendemmo posto nell’unico spazio libero vicino alle tende.
Patrizia, la nostra amica, ed io eravamo incantate, immobili: nel divano di fronte all’ingresso due donne erano messe alla pecorina ed intorno avevano forse quindici maschi, che aspettavano pazientemente il loro turno per scoparle da dietro! Non avevamo mai visto niente del genere, finora avevamo condiviso il letto con una coppia, tuttalpiù!
L’affollamento intorno alle due Signore aveva qualcosa di animalesco, gli uomini si alternavano per godere delle grazie offerte, senza minimamente risentire del fatto che i loro uccelli ne toccavano altri oppure se qualcuno sfiorava il corpo di qualcuno.
“Non vi spogliate, almeno un po’” ci suggerirono i nostri compagni “fa caldo, che dite?”
Patrizia ed io, sempre ipnotizzate dalla visione che avevamo di fronte, ci lasciammo sfilare le camicette , scoprendo che i nostri partner si erano scambiati di posto, io avevo le mani di Maurizio addosso.
La situazione si stava scaldando, il divano era scomodo ma il solo sentire le grida di piacere delle persone già impegnate nel fare sesso ci eccitò.
Finché, notammo che un uomo stava avvicinandosi pian piano ad ogni coppia, sussurrando qualcosa e vedemmo che tutte le persone presenti si stavano ricomponendo, anche chi stava già facendo sesso, compreso il gruppo più attivo.
“Dovete uscire, per favore, c’è un controllo!” ci mormorò l’uomo appena entrato e non ci rimase che obbedire.
Tornai in possesso della mia camicetta, la infilai con un po’ d’ansia (Ivo mi sfotte ancora sull'argomento "ansia" a distanza di anni) e uscii dalla stanza quasi per ultima: appena fuori, due poliziotti imponenti aspettavano di entrare per una perquisizione.
Ricordo ancora il sorrisetto ironico dell'agente che mi guardò mentre riprendevo posto sui divanetti, tutti siedevamo silenziosi come bimbi trovati con le mani nella marmellata.
E senza parlare, non appena ce lo permisero, raccogliemmo le nostre cose e ci avviammo sconsolati prima alla macchina e poi a casa.
Maurizio propose una fermata in una piazzola per…scaricare la tensione ma in risposta ricevette tre “Vaffanculo” quasi all’unisono.
Ma a qualcuno andò peggio, quella sera.
Pina strinse forte le sue mani: “Ugo, e adesso cosa succede?”
“Tranquilla Pina, ci sono io, so come ci si deve comportare!”
I poliziotti, che il Ragioniere aveva scambiato per animatori della serata, prelevarono “a campione” tre uomini per un attenta perquisizione corporale.
Ugo Fantozzi, fu controllato anche intimamente, dall’Ispettore Giacchi noto nell’ambiente sadomaso con il nome di Mister Big.
La Bianchina venne rimossa durante la notte dal carro attrezzi in quanto parcheggiata in zona militare e non destinata ai veicoli civili.
La Signora Pina, per fortuna, trovò riparo al dormitorio femminile ed attese il rilascio di suo marito e la restituzione dell’auto, dopo il pagamento di una multa salata.
I coniugi Calboni, invece, trovarono un passaggio prima verso il loro albergo e poi verso casa, grazie ad un certo Antonio che offrì i suoi servigi full-option ed ossequiosi alla splendida ex Signorina Silvani ecc.ecc.
Se tornammo al "Giglio selvatico"?
Certo che sì.
Quando si vive un'esperienza emozionante non la si vuol ripetere?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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